La gratificazione dei Social

Se un giorno avrò la fortuna di incontrarti, Ultimo, ti dirò questo.
Non so spiegare a parole cosa si prova quando ci si aggrappa a una voce, a una canzone, per restare in piedi. Ma so che tu, con ogni nota, con ogni parola scritta di pancia, mi hai tenuto vivo nei giorni in cui tutto cadeva.
Se un giorno ci incontreremo davvero, ti guarderò negli occhi e ti dirò semplicemente questo:
“Mi hai salvato la vita, te lo giuro… grazie di tutto.”
Non saranno parole leggere. Saranno il peso e il dono di tutto ciò che hai fatto per me, senza nemmeno saperlo.
Hai trasformato il dolore in poesia, la solitudine in casa, la fragilità in forza.
E io in quei testi mi sono rivisto, riconosciuto, rialzato.
Ultimo, la tua musica non è solo musica. È rifugio, è cura. È quella carezza che arriva quando nessuno vede, quando nessuno sa.
Tu c’eri. Sempre. Anche quando nessuno c’era.
Come ha fatto quella ragazza al concerto di Milano, che ha avuto la fortuna di abbracciarti e dirti tutto questo piangendo, anche io sogno di farlo un giorno. Perché in quell’abbraccio c’eravamo tutti. C’ero anch’io.
A chi legge questo: non servono miracoli per fare la differenza. A volte basta una canzone. A volte basta qualcuno che scrive la verità.
Ultimo l’ha fatto. E io non smetterò mai di ringraziarlo.
